Nuti e Pecchioli

E’ stato un grande dispiacere apprendere della morte di Nuti, ma anche un sollievo per lui che si è finalmente liberato da quella prigione in cui era rinchiuso dal 2006. Finalmente libero.

La leggenda (vera) narra che nel 1977, Raffaello Pecchioli, allora giornalista de La Nazione, scrisse un articolo su Francesco Nuti, cabarettista esordiente a quel tempo, che portava in giro per le feste di paese lo spettacolo “Pollo d’allevamento”.

Ne parlò molto bene, intuì il suo talento e lo paragonò addirittura a Buster Keaton. Nuti, il giorno dopo, si precipitò al giornale per conoscere Pecchioli. Nacque un’amicizia.

Ma questo aneddoto è stato raccontato molto bene da Riccardo Mazzoni, proprio in questi giorni su La Nazione, lo condivido per chi non lo avesse letto:

“C’è un aneddoto sugli esordi di Francesco Nuti che ci riguarda direttamente. Era il ’77, e Nuti era ancora un cabarettista sconosciuto che girava i teatri di provincia dedicandosi allo spettacolo come attore dilettante portando in scena personaggi strampalati presi un po’ dalla realtà e molto dalla sua fervida immaginazione. A Prato portò in scena “Pollo d’allevamento”, uno dei suoi monologhi intrisi di una comicità surreale. Cecchi, allora capocronista, assegnò la recensione a Raffaello Pecchioli, che con la sua penna mirabile e la sua immensa cultura non esitò a paragonare la performance di Nuti a Buster Keaton. Ci aveva visto giusto, e il giorno dopo Francesco si precipitò in redazione per avere il numero di Raffaello. Ne nacque una solida amicizia, e Nuti il ritaglio di quella recensione lo conservò a lungo nel portafoglio. Come battesimo di una grande carriera”.

Sarebbe bello ritrovare l’articolo originale, vediamo se tra i mille archivi del Babbo, riusciamo a trovarlo!