Leopardi

“Quando una persona in difficoltà riesce a trovare, anche solo mentalmente, una alternativa possibile che lo possa salvare dall’ irreparabile, allora vuol dire che ancora ci può essere la salvezza…”
E’ una frase che ho sentito dire in questi giorni a mia cognata, riferendosi ad un suo conoscente.

Subito mi sei venuto in mente tu, quando mi raccontasti come, nel 2009 in sala rianimazione all’ ospedale, riuscisti a salvarti recitando mentalmente le poesie di Leopardi. Mi dicesti che quando già ti avevano risvegliato dal coma il tuo stato di semi incoscenza non ti permetteva di esprimerti e di muoverti, ma sentivi le voci degli infermieri, percepivi suoni e ombre, sentivi le mani dei dottori sul tuo corpo, e quella orribile sensazione di impotenza fisica. Ma non quella mentale.

Grazie a Leopardi dunque, per aver aiutato il nostro babbo a rimanere insieme a noi per un’ altro po’…

Alla Luna
di Giacomo Leopardi

O graziosa luna, io mi rammento
che, or volge l’anno, sovra questo colle
io venia pien d’angoscia a rimirarti:
e tu pendevi allor su quella selva,
siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
che mi sorge a sul ciglio alle mie luci
il tuo volto apparia, che travaglio sa
era mia vita: ed è, né cangia stile,
o mia diletta luna. E pur mi giova
la ricordanza, e il noverar l’estate
del mio dolore. Oh come grato occorre
nel tempo giovan, quando ancor lungo
la speme e breve ha la memoria il corso,
il rimembrar delle passate cose,
ancor che triste, e che l’affanno duri !

Canti


GOTT MIT UNS – DIO CON NOI
E’ una raccolta di Canti scritti dal Babbo.

Parte di questi “poemetti in prosa” di Raffaello Pecchioli furono “letti”, nel marzo del 2003, sempre al Metastasio, da Pamela Villoresi, che li definì una “sorta di addio letterario al Novecento”. “I soggetti dei poemetti, come indicano alcuni dei titoli (Il Bisenzio, Immortalità di Teseo, Zingaro come me), privilegiano quel dialogo che mai deve interrompersi tra l’uomo e la natura ma, anche, rilevano il bisogno che esso ha (l’uomo), di “capire” le esperienze del vivere prima attraverso i miti ma, subito dopo, con l’ausilio della fantasia.
Altri titoli sono: Alla madre, Giudice accusatore, Elegia in morte di una farfalla”.

Nel settembre 2011 i canti furono presentati nuovamente al Metastasio a cura di Paolo Magelli
con Francesco Argirò, Alberto Baldi, Monica Bauco, Michele Carli, Antonella Miglioretto.
Introduzione di Umberto Cecchi

XII. ALLA MADRE
—————
Io so dov’è il tuo corpo, ma non so dove sia la tua anima, ché da troppo tempo non mi rispondi e lasci che le mie domande, i miei richiami, rimangano senza risposta. Ma forse sono io che la tua voce non so distinguere tra i tanti silenzi che mi circondano, in questo momento della mia vita. Eppure, rammenti certo di quanto avessi bisogno dei tuoi rimproveri e delle tue carezze; rammenti di come riuscissi sempre a coinvolgere la tua sensibilità nelle mie disavventure. E dunque, madre, perché ora non più? Io non posso pensare che la morte sia solo morte e vuoto totale; che oltre al corpo muoia anche l’anima, che è parte, lei sì a differenza del corpo, del respiro dell’universo, a cui certo ritorna. Vuol dire forse che lo spirito di colei che è morta è divenuto insensibile al dolore che è della materialità vita? Io non credo che la dimensione in cui ora ti trovi non ti permetta di comunicare con me, non lo credo. Cosa c’è che non va? Può darsi che sia solo io incapace, e che tu faccia ogni sforzo per essermi presente. Magari sei tra le pagine di un libro che io sfoglio, racchiusa in una frase, nascosta in un nome, presente in una parola. Forse sei nella luce dell’alba o nel sole di mezzogiorno e allora, perché non ti avverto? Cara madre, che devo fare? Dimmi…

Cinquecento



La Cinquecento del Babbo faceva parte di lui. Erano un tutt’ uno. L’ aveva scelta. Lei, e solo lei, lo accompagnava nei suoi “viaggi”, dal tabbaccaio, dal giornalaio, alla Conad, in comune, alle conferenze stampa, da me per venire a fare un saluto al suo nipotino. La Cinquecento era La Macchina, le altre, solo roba di poco conto. Ogni volta che ci diceva di essere stato fuori con la “cinquina”, ringraziavamo non si sa chi, per averlo fatto tornare a casa sano e salvo. Ogni viaggio era un’incognita, non solo per la scarsa affidabilità del mezzo (risalente agli anni ’60 circa), ma anche perchè l’ andamento calmo e quiete del suo guidatore, certo non ci faceva stare tranquille, dato il caotico traffico di oggi giorno.

Rigorosamente parcheggiata davanti alla sua abitazione, se per caso qualcuno gli faceva lo sgarbo di rubarle il parcheggio, erano guai. Ferito nel profondo, non aveva pace fino a che non poteva rimetterla nel posto che le spettava. Appena ci riusciva, l’ ignaro colpevole si prendeva, a sua insaputa, un bel “Vaffa”…

Una delle prime cose che mi dissero quando te ne sei andato, è stata proprio che non vedere la Cinquecento difronte a casa tua era strano, inconsueto, irreale. La Cinquecento c’ era sempre, e di conseguenza anche te. Una sorta di garanzia.

Oggi, dopo un anno di silenzio e solitudine, la tua Cinquecento finalmente ha trovato un nuovo “protettore”. Tuo genero Gabriele l’ ha rimessa in moto e portata con se, per sistemarla e perchè no, riutilizzarla! Lo spero con tutto il cuore, so che è in buone mani, e sapere che la potrò vedere viaggiare di nuovo per le strade di Prato, mi rallegra e mi da felicità!

Nel 2004 la Cinquecento fu rubata, fu un duro colpo, ma per fortuna venne ritrovata, seppur un pò ammaccata, pochi giorni dopo. Il Babbo ovviamente le dedicò una poesia che voglio condividere con Voi:

lunedì 25 Ottobre 2004

ELEGIA
____________________

Bianca, da Re, la vesta:
purezza di colore,
interno di tepore,
contenuta armonia – di sommo bene.

Piccola pure. Al nero
avverarsi di notte,
ribaldo mormorio,
vegliata invan. Dal turpe

nascosto ladro, infame,
triste, nell’ occhio torvo,
appetita per brama,
s’aprì, vinta e negletta.

E fu chioccio singhiozzo,
l’ accensione molesta
per fili uniti assieme,
a produr la scintilla.

Or per terre lontane,
chissà per dove o quando,
di me le sovverrà,
l’ usata guida al passo.

Rimpiangerà, scommetto,
l’ andar per strade assieme,
soli, senza nessuno,
alla bella ventura.

Raffaello Pecchioli

Anniversario


Ci siamo, un anno è trascorso. Le parole a volte sono davvero inutili ed insignificanti. Quindi voglio ricordarti con questa poesia, tua. Non so di che anno sia, ma è stata scritta con la macchina da scrivere, il foglio è ingiallito, direi anni 80:

C’è sempre un’ altra volta
nella vita dell’ uomo.
E se cade il giorno,
se l’ alba vorrebbe nascondersi,
allora, vuol forse dire
che non ci saranno più giorni?
Che altre albe non verranno?
Così sono fiero
di sapere che ci sarà un’ altra volta
e ansioso di ascoltarne il fiato.
Sarà come un alba, appunto:
timorosa, e che sembra
che la notte voglia riprendersela;
ma a passi, incerti sia pure,
si afferma con sicurezza
quando dice:
“Ecco, io sono”.
Con rumori di ali,
magari riflessa nel blù lucido delle strade,
così la guardi
e dici che é tua, che per te é nata,
col cadere delle foglie,
prima impensabili.
Così verrà timorosa
e quando mi vedrà
dirò di essere nato, ancora,
un’ altra volta.

Raffaello Pecchioli

Una piacevole sorpresa

1997
IL TOPO
Racconto di Natale
Carlo Zella Editore

Stamani ho aperto la posta e ho trovato l’ e-mail di una mia amica alla quale per Natale ho regalato “Il Topo”. Voglio condividerla con Voi:

“Sara, ho appena finito di leggere il racconto di tuo padre.
Nulla togliendo alla rappresentazione teatrale, ma come succede quasi sempre, il libro è di gran lunga migliore!!! mi è piaciuto molto, partito in sordina ha un finale esplosivo, direi sorprendente. Mi ha colpito tantissimo la scelte delle parole, si capisce proprio che era un poeta, l’attenzione a rappresentare le immagine e lo stile pulito, senza mediazioni con se stesso. Poi se un giorno vorrai ne riparliamo, per il momento di ringrazio di avermelo regalato, è davvero un bel regalo!!”

Si cara amica, era un poeta, un grande poeta. Sapeva utilizzare le parole giuste, quelle che appena le leggi non puoi far altro che dire “si anche io avrei voluto dire queste parole per descrivere questa cosa, ma non ci sarei mai riuscita!”. Quelle erano le parole adatte, nessun’ altre.
La magia dello scrittore…


Progetti per il nuovo anno

I progetti per il nuovo anno sono molti. Per cominciare aprirò a breve la pagina dedicata alle letture preferite dal Babbo. Ci sono un’ infinità di libri a casa sua, ma negli anni vedevo che qualcuno in particolare lo rileggeva periodicamente ed è a quelli che voglio prestare attenzione. Primo fra tutti sarà “Il Diario di Anna Frank” lo portava sempre con se, anche in ospedale, anche l’ ultima volta.

Poi mi dedicherò alla pubblicazione del suo nuovo Romanzo “VIA DELLE BOCCHE DEL LUPO 73“. Doveva uscire a marzo dello scorso anno, l’ impaginazione era stata già completata e i testi già rivisti.
Per questo progetto ho bisogno di tutti voi, perchè dovremo fare una sorta di prevendita, il libro sarà auto prodotto con la Casa Editrice “VIRIDIANA“. Quando avrò notizie più precise informerò tutti.

L’ ultimo progetto, ma non ultimo per importanza, sarà quello di raccogliere tutte le poesie scritte dal Babbo, cercare di catalogarle per periodo o argomento e farne ovviamente un libro.

Il Babbo me lo diceva sempre “toccherà a voi occuparvi della pubblicazione delle mie cose” e io lo farò con vera gioia, anche se, come dicevo a lui, avrei preferito lo avesse fatto lui, in vita.

Di cose da fare poi ce ne sono tante, la sua libreria è piena zeppa di libri tutti da catalogare, i suoi cassetti pieni di opere mai pubblicate, le sue camere piene di giornali raccolti negli anni dove sono stati pubblicati i suoi articoli.

Piano piano, cercheremo di fare tutto, e spero anche con il vostro aiuto!

Sara Pecchioli


Il Topo Teatro Magnolfi 15/16 Dicembre 2012

Il 15 ed il 16 Dicembre 2012 andrà in scena  “Il Topo” di Raffaello Pecchioli con la regia di Paolo Magelli, interpretato dagli allievi della scuola di formazione per giovani attori IL MESTIERE DEL TEATRO:
Francesco Argirò, Francesco Bentivegna, Sara Bonci, Matteo Brini, Tommaso Carli, Laura Ceccherini, Valentina Cipriani, Alessandro Conti, Guendalina Degl’Innocenti, Francesco Dendi, Claudia Domenici, Ciro Gallorano, Maria Elena Gattuso, Lorenza Guerrini, Adelaide Mancuso, Giulia Mercati, Antonella Miglioretto, Stefania Spinapolice.

Per lo spettacolo è stata realizzata la colonna sonora da Andrea Franchi.

L’album esce il 13 dicembre 2012

” Ho usato tutto me stesso, tutta la mia esperienza e la giusta emozione per comporre i brani dell’album seguendo le impronte di Jack il topo, del bambino Carruba, della sensibilità del narratore. Questo disco è dedicato a Raffaello Pecchioli, poeta, che mi ha sempre sostenuto nel mio lavoro.”

Due canzoni tratte dagli scritti di Pecchioli chiudono il cerchio: “Bisenzio” e “La piccola morte”; che si svincolano dalla favola del libro e diventano narrazione.

Intro Gocce – Sambatopa – Carruba – Ballo onirico – Gocce delay – Giove – Entra straniero – Bisenzio – Archi della morte – Morte dello straniero – Carruba tango – La piccola morte

Registrato e prodotto nel 2012 al Little Demonio Studio – Bagnolo Prato

Produzione artistica Andrea Franchi Mastering Guglielmo Ghando Gagliano

Disegno e desing grafico Sara Pecchioli

I Testi dei tre brani:

Bisenzio

Sei cadavere senza colori

fiume della nostra prima infanzia

privo del tuo lucco d’oro

scivoli nella mia stanza

Fiume d’olio nella primavera

liquami e polietilene

sgorgano nelle tue vene

Sortilegi di sirene

Privo della tua luna d’oro

scivoli nella mia stanza

Testo Paolo Magelli Andrea Franchi ; liberamente tratto da “Bisenzio” di Raffaello Pecchioli Musica Andrea Franchi

La piccola morte

La piccola morte è un piacere sottile

Oceano nel vento al sole

Il buio promette riposo

La luna è una lama

Ti amo mi afferri mia piccola morte

Hai deposto la tua linfa nel mio cuore da tempo

La piccola morte è un piacere sottile

L’oceano nella neve al sole

Ha ginestre come temi che tornano

Al tempo quieto

Testo Raffaello Pecchioli Musica Andrea Franchi

Etichetta : Stoutmusic

Hanno suonato e cantato:

Lorenzo Franchi : Carruba in Carruba Tango

Maurizio Petrucci : pianoforte in Bisenzio

Marco Burroni : basso in Bisenzio

Andrea Franchi : arrangiamenti, voci, batterie, percussioni, chitarre, basso, piano, programmazioni.

Voci e cori : Compagnia del Teatro Metastasio “Il mestiere del teatro”


Perché questo blog

Dovevamo farlo prima, quando ancora lui avrebbe potuto indicarci come meglio rappresentarlo, ma pensavamo che ci sarebbe stato più tempo. Quando il 18 Febbraio di questo anno, 2012, è partito, nessuno di noi avrebbe voluto crederci, pensando che forse stavamo solo vivendo un incubo dal quale presto ci saremo svegliati. Presto, troppo presto,  per noi che, come figlie, seppur già adulte, avevamo ancora bisogno del nostro Babbo, e per lui, che tanto ancora aveva da dire, da fare, da insegnare e condividere.

Questo blog, a lui dedicato, è una impresa ardua per noi. Io e le mie sorelle, non abbiamo ereditato le sue doti letterarie, né la sua capacità di scrivere poesie, racconti, e non abbiamo la sua cultura, che era veramente senza confini. Ci muovono però altri fattori, altrettanto importanti, l’ amore verso di lui principalmente, e poi la sensibilità, il desiderio di giustizia, la passione verso le belle cose, che lui ci ha sempre trasmesso. Raffaello Pecchioli non deve essere dimenticato, e noi vogliamo metterci il nostro impegno.

A pochi giorno dalla sua scomparsa,  Umberto Cecchi, scrittore, giornalista e amico del Babbo, scrisse:

Morire da Poeta

Lunedì, 20 Febbraio 2012

di Umberto Cecchi

PRATO – I poeti non muoiono: si trasferiscono altrove, in un mondo finalmente tutto loro, dove nessuno dirà mai, come accade qui da noi, che sono dei perdigiorno. Raffaello Pecchioli era un poeta. E questo era il suo unico e massimo pregio. E non è poco. Era un poeta intrattabile, scorbutico, guardingo, chiuso nel suo mondo dove solo pochi eletti potevano entrare. Io ero uno dei quelli. E gliene sono sempre stato grato. (…) Clicca qui per continuare a leggere l’ articolo

Mi piace tanto quel “si trasferiscono altrove in un mondo finalmente tutto loro” e spero davvero che sia così, dato che questo, di mondo, lo ha sempre emarginato.

Abbiamo creato questo spazio web per ricordare nostro Padre, come uomo e come artista, e per ricordarlo a voi. Qui raccoglieremo poesie, ricordi, aneddoti, notizie, racconti, e saremo liete di farlo con e per chi gli ha voluto bene e lo conosceva, per certi aspetti sicuramente, meglio di noi.

Grazie di cuore a chi vorrà partecipare a questo progetto dedicato a Raffaello Pecchioli.

Sara Pecchioli

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